Casarin: «C’è un modo per far sì che gli arbitri arrivino all’uniformità di giudizio»

Nell’era del VAR, gli arbitri si trovano di fronte a nuove sfide e difficoltà nel prendere decisioni e mantenere l’uniformità di giudizio. Paolo Casarin, opinionista appassionato e ex arbitro di grande esperienza, ha recentemente riflettuto su questo argomento e ha condiviso le sue opinioni con La Gazzetta dello Sport.

Secondo Casarin, l’uniformità di giudizio è fondamentale nel calcio. Negli anni ’90, si fischiava una media di 46 falli per partita, e gli arbitri di allora erano temuti e rispettati. Questa uniformità è diminuita nel tempo, e si dice che sia dovuta alla volontà di giocare un calcio più “all’europea”. Tuttavia, Casarin sostiene che all’interno di una partita, oltre alle situazioni chiare, ci sono anche una serie di falli da studiare, una “zona grigia” su cui gli arbitri devono approfondire e studiare. Solo attraverso questo approfondimento e studio degli arbitri sarà possibile raggiungere l’uniformità di giudizio.

Il VAR è stato introdotto per aiutare gli arbitri a prendere decisioni più corrette, ma secondo Casarin, non si può tornare indietro. La squadra arbitrale deve fare in modo che nulla resti impunito, e il VAR è uno strumento che può aiutare in questo processo. Tuttavia, Casarin sottolinea che il VAR si è evoluto nel tempo, passando da quattro voci iniziali a venti pagine di regolamenti. Questo perché il calcio si evolve e diventa sempre più veloce, e il VAR deve evolversi di conseguenza. L’obiettivo principale è quello di eliminare gli errori e le situazioni non viste dagli arbitri in campo, ma Casarin sottolinea anche l’importanza di mantenere la valutazione dell’arbitro in campo quando si tratta di valutare la velocità di un giocatore. Se un giocatore corre a 100 km/h o a 15 km/h, la valutazione deve essere sempre a carico dell’arbitro in campo, altrimenti il video diventerà il solo arbitro.

Un altro tema che Casarin affronta è quello dei rigori “televisivi”. Secondo lui, non si può accettare l’idea che chi usa il VAR lasci stare i rigori. Il VAR è stato introdotto per eliminare gli errori, e non dovrebbe esserci una distinzione tra rigori visti in diretta e rigori visti attraverso il video. Ogni situazione deve essere valutata in modo equo e imparziale.

In conclusione, l’uniformità di giudizio degli arbitri è un obiettivo che deve essere raggiunto nel calcio. Gli arbitri devono approfondire e studiare le situazioni grigie, utilizzando il VAR come strumento per eliminare gli errori, ma mantenendo sempre la valutazione dell’arbitro in campo. Inoltre, non dovrebbe esserci una distinzione tra rigori visti in diretta e rigori visti attraverso il video. Solo attraverso queste misure sarà possibile garantire una giustizia e un’imparzialità nel calcio.

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